Neurodivergenze
una prospettiva diversa sul funzionamento umano
Negli ultimi anni, il concetto di neurodivergenza ha trasformato il modo in cui comprendiamo le differenze nel funzionamento cognitivo ed emotivo. In un mondo che per troppo tempo ha privilegiato modelli “normativi” di pensiero, comportamento e apprendimento, iniziamo finalmente a riconoscere che esistono molteplici modi di essere nel mondo — tutti validi, tutti degni di comprensione e rispetto.
Essere neurodivergenti significa avere un cervello che elabora informazioni, emozioni e stimoli in modo differente rispetto a ciò che viene considerato “tipico”. Queste differenze possono riguardare l’attenzione, la memoria, la sensibilità sensoriale, la comunicazione, la gestione emotiva e le modalità relazionali.
La neurodivergenza non è un deficit, ma una variazione naturale della mente umana. Richiede contesti adatti, non correzioni. Come per qualsiasi forma di diversità, la chiave sta nella consapevolezza, nell’ascolto, nella comprensione e nella possibilità di esprimersi senza il peso di giudizi o stereotipi.
In particolare mi occupo di:
• ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività)
• Plusdotazione (Giftedness)
Il mio obiettivo è offrire uno spazio di orientamento chiaro, rigoroso e accogliente per chi vive direttamente queste esperienze, per chi accompagna persone neurodivergenti e per chi vuole contribuire alla costruzione di una cultura più inclusiva e consapevole.

Autismo

L’autismo è una condizione del neurosviluppo che influenza in modo significativo il modo in cui una persona percepisce il mondo, comunica, si relaziona e vive le esperienze sensoriali.
Oggi si parla di Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) per sottolineare la grande varietà di manifestazioni con cui questa condizione può presentarsi.
Lo spettro include sia persone con bisogni di supporto elevati, sia persone con autonomia elevata e competenze cognitive nella norma o superiori.
Una volta si parlava di “sindrome di Asperger” per descrivere alcune di queste forme, in particolare quelle caratterizzate da funzionamento cognitivo tipico o alto, linguaggio sviluppato e interessi ristretti.
Oggi questa etichetta non viene più utilizzata nei manuali diagnostici, ma molte persone si riconoscono ancora in quel termine, e lo usano per descrivere la propria esperienza.
Lo spettro autistico non è una linea retta, ma una galassia: ogni persona autistica ha un profilo unico, con punti di forza, sensibilità, bisogni e stili comunicativi propri.
Cosa è importante sapere:
- L’autismo non è una malattia: è un modo diverso di funzionare, con un’origine neurobiologica.
- L’empatia è presente: può manifestarsi in forme diverse da quelle “tipiche”, spesso più profonde e meno convenzionali.
- L’ambiente è determinante: molti disagi vissuti dalle persone autistiche derivano da contesti non adattati, che non tengono conto delle loro caratteristiche sensoriali, relazionali o comunicative.
- Le difficoltà non sono sempre visibili: una persona può sembrare perfettamente “adattata” all’esterno, pur sperimentando un alto livello di stress interno (si parla in questi casi di masking).
Alcuni aspetti comuni dello spettro:
- Iper- o ipo-sensibilità agli stimoli sensoriali (suoni, luci, odori, consistenze, contatti fisici)
- Difficoltà nella comunicazione sociale reciproca, specialmente nei contesti informali o non strutturati
- Uso di linguaggio letterale o diretto
- Interessi intensi e focalizzati, che possono diventare fonte di grande competenza e soddisfazione
- Bisogno di routine, prevedibilità e chiarezza
Comprendere lo spettro autistico significa abbandonare le categorie rigide e imparare a osservare, ascoltare e costruire relazioni autentiche, partendo dalla persona e non dalla diagnosi.
ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività)
L’ADHD è una condizione del neurosviluppo che riguarda la regolazione dell’attenzione, dell’impulsività e dell’attività motoria. È una delle forme di neurodivergenza più comune, ma anche tra le più fraintese: spesso viene ridotta a “distrazione” o “agitazione”, quando in realtà coinvolge dimensioni cognitive, emotive e relazionali molto più complesse.
L’ADHD si manifesta in modi diversi da persona a persona, e in molte situazioni non è visibile esternamente, soprattutto negli adulti o nelle persone che hanno imparato a mascherare le proprie difficoltà.
Esistono tre principali presentazioni cliniche:
- Prevalentemente disattenta (spesso associata a chi tende a “sognare a occhi aperti” o fatica a iniziare o portare a termine un compito)
- Prevalentemente iperattivo-impulsiva (più visibile nei bambini, ma presente anche negli adulti come irrequietezza anche interna)
- Combinata, quando sono presenti entrambe le caratteristiche

Alcuni aspetti comuni dell’ADHD:
- Difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti non stimolanti
- Tendenza a distrarsi facilmente da stimoli interni o esterni
- Difficoltà nella gestione del tempo e nella pianificazione
- Impulsività verbale, emotiva o comportamentale
- Sbalzi di motivazione e iperfocalizzazione in situazioni di interesse
- Elevata sensibilità emotiva, frustrazione e fatica nella regolazione degli stati interni
Cosa è importante sapere:
- L’ADHD non è un problema di impegno o di volontà, ma una diversa modalità di funzionamento del cervello, in particolare nei sistemi che regolano l’attenzione, la motivazione e il controllo degli impulsi.
- È frequente la co-occorrenza con altre condizioni, come ansia, depressione, disprassia, disturbi del sonno o dell’apprendimento.
- Non è una condizione solo infantile: molti adulti scoprono di essere neurodivergenti in età avanzata, spesso dopo aver vissuto a lungo con un senso di inadeguatezza non compreso.
- Una diagnosi (quando desiderata) può rappresentare un punto di svolta: permette di rileggere il proprio passato, comprendere il presente e affrontare il futuro con maggiore consapevolezza.
Lavorare sull’ADHD significa andare oltre il comportamento esteriore e riconoscere i bisogni sottostanti: bisogno di stimoli, di movimento, di autenticità, ma anche di struttura, flessibilità, comprensione e autocompassione.
Plusdotazione (Giftedness)

La plusdotazione, o giftedness, è una condizione che si riferisce a un alto potenziale cognitivo, emotivo e creativo. A differenza di ciò che spesso si pensa, essere plusdotati non significa necessariamente eccellere in tutte le aree, né essere automaticamente “bravi a scuola”.
La plusdotazione è una forma di neurodivergenza che riguarda persone con abilità intellettive o talenti superiori alla media, ma che può essere accompagnata da sfide significative, soprattutto in contesti non adeguati o non compresi.
Le persone plusdotate possono avere una percezione del mondo più intensa e una mente che lavora a velocità diverse, spesso in modo più profondo e complesso rispetto a chi ha un funzionamento cognitivo medio.
Questa condizione può comportare una serie di difficoltà emozionali e sociali che non sono sempre visibili e che rischiano di essere ignorate o fraintese, specialmente quando il talento intellettivo o creativo non è valorizzato o compreso appieno.
Caratteristiche comuni della plusdotazione:
- Curiosità intensa e precoce: la persona plusdotata tende a fare domande complesse, a voler comprendere concetti in modo profondo fin da giovane età.
- Elevata sensibilità emotiva: molte persone plusdotate mostrano una forte empatia, un’intensa consapevolezza delle emozioni proprie e altrui, e una maggiore suscettibilità alle difficoltà emotive.
- Capacità di pensiero complesso: sono in grado di elaborare idee complesse, di vedere connessioni tra concetti che altre persone potrebbero non notare, ma questo può risultare anche frustrante se non trovano interlocutori con cui condividere tali riflessioni.
- Perfezionismo o ansia da prestazione: molte persone plusdotate si pongono standard elevatissimi e faticano ad accettare errori o imperfezioni, con un conseguente rischio di stress e insoddisfazione.
- Interessi intensi e focalizzati: tendono a concentrarsi con passione su un numero limitato di argomenti o attività, ma queste passioni possono essere disconnesse dal curriculum scolastico tradizionale.
Cosa è importante sapere:
- Non tutte le persone plusdotate sono “eccellenti a scuola”: il talento può non emergere in un sistema scolastico tradizionale, che spesso non offre opportunità per stimolare adeguatamente il pensiero creativo e critico. Molti plusdotati si sentono “fuori posto” o frustrati in contesti che non riconoscono i loro bisogni specifici.
- La plusdotazione non è sempre visibile: spesso, le persone plusdotate sono in grado di mascherare la loro “differenza” o sono erroneamente etichettate come “problematiche” a causa di comportamenti non convenzionali o di una mancanza di adattamento alle aspettative sociali.
- Esiste una grande variabilità: non tutti i plusdotati manifestano le stesse caratteristiche. Alcuni possono avere difficoltà sociali, altri possono essere particolarmente estroversi. Alcuni possono non eccellere in ambito accademico, ma emergere in ambito artistico, musicale, tecnologico o in altri settori.
Le sfide delle persone plusdotate:
- Solitudine emotiva: a causa della difficoltà nel relazionarsi con coetanei che non condividono le stesse capacità intellettive o interessi, molte persone plusdotate si sentono isolate o incompresi.
- Frustrazione: non trovando un adeguato spazio per esprimersi o per stimolare la propria curiosità, possono sviluppare sensazioni di noia, frustrazione o disinteresse verso le attività quotidiane.
- Difficoltà a regolare le emozioni: la forte intensità emotiva può portare a conflitti interni, ansia, depressione o difficoltà a gestire l’eccessivo perfezionismo.
Essere plusdotati non è solo un vantaggio: è importante riconoscere e supportare adeguatamente anche le difficoltà che accompagnano questa condizione, in modo da consentire a ciascuna persona di esprimere il proprio potenziale in modo sano e sereno.
La mia formazione e il mio approccio
Mi occupo ormai da diverso tempo di neurodivergenza, con particolare attenzione all’autismo, all’ADHD e alla plusdotazione. Ho completato un Corso Internazionale di Alta Formazione, che ha rafforzato il mio approccio neuroaffirmativo, centrato sulla valorizzazione delle differenze e sul superamento di stereotipi e medicalizzazioni eccessive. Credo nel lavoro integrato con le famiglie, le scuole e le comunità per costruire contesti più accoglienti.
Servizi che offro in questo ambito
• Valutazioni psicodiagnostiche per l’identificazione di neurodivergenze (autismo, ADHD, plusdotazione) e di eventuali comorbidità psicopatologiche (disturbi d’ansia, dell’umore, dell’apprendimento, ecc.)
• Percorsi di accompagnamento psicologico per bambini, adolescenti e adulti neurodivergenti
• Supporto psicologico alla genitorialità di bambini e ragazzi neurodivergenti
• Formazione specialistica per insegnanti, educatori e operatori socio-sanitari
• Consulenze psicoeducative per la scuola
Risorse e approfondimenti
• Vademecum scaricabili in PDF, da me realizzati, per offrire informazioni chiare e accessibili su neurodivergenze, strategie di supporto, gestione e buone pratiche educative, articoli e pubblicazioni consigliate.
Sono disponibili su questo sito con formula a offerta libera e consapevole.
Al seguente IBAN:
IT28S0503401736000000003263
Link a Video e webinar:
“Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di menti.”
Temple Grandin
Link ai pdf:
Il Vademecum della Neurodivergenza:
Tutto quello che c’è da sapere per una conoscenza profonda.
“Il Vademecum della neurodivergenza: tutto quello che c’è da sapere per una comprensione profonda”
Una guida introduttiva per capire cosa sono le neurodivergenze, quali sono le principali e perché è importante riconoscerle fin da piccoli.
“Pillole di neurodivergenza: l’inerzia”
Un approfondimento su una caratteristica spesso poco conosciuta ma molto presente in diverse neurodivergenze: l’inerzia, ovvero la difficoltà nell’iniziare, cambiare o mantenere un’attività, anche quando c’è la volontà.
Uno strumento per riconoscere e comprendere due tra le risposte più intense al sovraccarico sensoriale, emotivo e cognitivo: il meltdown (esplosione) e lo shutdown (chiusura). Per imparare a leggere questi segnali con occhi nuovi, senza giudizio, e offrire supporto concreto e rispettoso.
“Pillole di neurodivergenza: l’iper-focus”
Un’esplorazione dell’iper-focus nelle neurodivergenze, con particolare attenzione alle differenze rispetto allo stato di flow. Per comprendere meglio quando la concentrazione intensa può diventare un potere e quando può diventare un limite, e come gestirla in modo consapevole.