“I bei ricordi sono come le nuvole: a volte oscurano il sole, a volte lo illuminano.”
— Melissa Luna Pozzo
Negli scorsi giorni in studio, mi sono spesso trovata ad argomentare come i ricordi positivi, pur essendo spesso una risorsa e un rifugio, possano anche generare difficoltà.
Ecco alcune situazioni in cui questi ricordi possono trasformarsi in una fonte di disagio:
1. Idealizzazione del Passato: La tendenza a ricordare solo il meglio del passato può portare a un’idealizzazione che rende il presente insoddisfacente. Questo confronto con momenti “perfetti” di un tempo può generare delusione e frustrazione.
2. Nostalgia Distruttiva: Rivivere momenti felici legati a persone o situazioni ora perdute può alimentare un profondo senso di mancanza e tristezza, rendendo difficile l’apprezzamento del presente.
3. Comparazioni Sbagliate: Confrontare la propria vita attuale con ricordi di sola felicità può farci sentire inadeguati, minando la nostra autostima e contribuendo a sentimenti di insufficienza.
4. Riattivazione di Traumi: Anche i ricordi positivi possono riattivare emozioni non elaborate legate a esperienze passate, riaprendo ferite emotive.
6. Fissazione su Relazioni Insoddisfacenti: Spesso si rimane invischiati in relazioni insoddisfacenti, ricordando solo alcuni momenti iniziali perfetti, mantenendo l’illusione che le cose potrebbero tornare come erano.
Come entra in gioco l’emdr?
L’EMDR (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) è la terapia elettiva per trattare i traumi, ma in alcuni casi può scegliere come target i ricordi positivi:
– per rendere i bei ricordi meno opprimenti
– per trasformare la nostalgia in una reminiscenza più equilibrata
– per promuovere una visione più realistica e sana della relazione
– per affrontare e integrare alcune emozioni, rendendo più facile la gestione del dolore.
Essere consapevoli di come l’ancoraggio a ricordi positivi possa influenzare il nostro benessere in modo ambivalente, e riuscire a bilanciare la celebrazione del passato con l’osservazione e il riconoscimento della realtà presente, ci può aiutare nel nostro viaggio verso un reale star bene.
Troppo spesso alla domanda: “come stai?”, rispondiamo un “bene, grazie”. Ma quante volte è davvero così?
Melissa Luna Pozzo